05 / 2023
A fine aprile si è tenuto uno dei più interessanti appuntamenti dedicati alle arti multimediali in Italia: da un po’ di anni ormai siamo presenze fisse al Bright Festival, questa volta non solo con una nostra installazione interattiva, ma anche con delle lectures.
Non ci aspettavamo di ricevere tante partecipazioni… e invece il nostro speech sull’experience design ha riempito tutte le sedie!
Abbiamo ricevuto molti feedback dopo la lecture, per questo motivo abbiamo deciso di portare anche a voi, attraverso questa newsletter, i punti salienti emersi durante il discorso, frutto di tutti i nostri anni di esperienza sul campo. Speriamo che anche per voi possa essere uno spunto di riflessione interessante e soprattutto, utile!
1- IL MESSAGGIO È IL TRAGUARDO
Il punto di partenza è sempre uno: MA CHE COSA VOGLIAMO DIRE?
Beh, speriamo qualcosa di interessante. Ma che lo sia o meno, porsi questa domanda aiuta a focalizzarsi sul concept e a costruire una storia. La narrazione è la cosa più importante, perché il traguardo di questo viaggio è far arrivare il nostro messaggio a chi ci guarderà.
Una storia è un viaggio e come tale deve essere emozionante e credibile, perché ciò aiuta a stabilire una connessione con l’opera. Solo in questo modo chi sta percorrendo questo percorso può immedesimarsi in ciò che vede e interiorizzarlo.
Stabilito il primo punto, è assolutamente utile capire chi si sta imbarcando con noi in questo viaggio. A chi ci vogliamo effettivamente rivolgere?
Le persone formano gruppi eterogenei, costituiti da interessi e conoscenze diverse e la comunicazione gli va cucita addosso di conseguenza. Ciò che facciamo è molto probabile che non desti l’attenzione nè che venga compreso da chiunque, o almeno non fino in fondo. Capire a chi stiamo parlando ci aiuta a costruire un’esperienza adeguata al suo pubblico e che sia quindi il più inclusiva possibile per quel target.
Una volta formato il gruppo di viaggiatori, sarebbe opportuno chiedersi quali saranno le condizioni di questa avventura. Ovvero, quale sarà la nostra meta. Dove verrà trasmesso il nostro messaggio?
Il contenitore del nostro messaggio fa la differenza. Che sia un evento, una mostra, un’installazione in una piazza urbana o in un museo, l’attenzione che possiamo attirare e soprattutto mantenere e il metodo di fruizione cambiano molto.
Sappiamo che ad un evento le persone chiaccherano, sono in cerca di free drinks, vogliono farsi foto e video da condividere sui social. Il livello di attenzione è più basso rispetto a chi si trova in una silenziosa stanza di un museo, concentrato esclusivamente sullo studio di ciò che ha di fronte.
È fondamentale capire le condizioni di fruizione per sapere come attrarre il nostro pubblico, come ingaggiarlo, e come farci capire.
2- LA CREATIVITÀ È IL PERCORSO
Il secondo tema di questo viaggio a tappe riguarda proprio il percorso. La strada che vogliamo imboccare. Qual è la più efficace per raggiungere i nostri obiettivi?
Questa è la fase di brainstorming, il momento in cui vanno fatti dei ragionamenti approfonditi sui fattori che possono influire sulla riuscita del nostro lavoro. In base alle 3 domande precedenti si scelgono i percorsi più efficaci, valutando anche fattori più tecnici quali budget e tempistiche.
Un puzzle in cui vanno incastrati tutti i pezzi.
Questo è anche il momento per fare sfoggio di tutta la nostra creatività per capire come trasmettere il messaggio nel modo più emozionale, personale e creativo possibile. Si affina la proposta artistica e il nostro punto chiave in questo caso è l’intenzione di dare vita ad una riflessione, facendo scatenare un’azione ed un’interazione, perché vogliamo far vivere un’esperienza. Per noi è importante cercare di andare oltre il linguaggio didascalico e tentare di costruire un momento che scateni una reazione immediata, andando a toccare l’emozionalità delle persone.
Se l’opera a cui stiamo lavorando ha bisogno di troppe istruzioni scritte o confonde le persone su come dovrebbero agire, allora abbiamo sbagliato qualcosa.
Siamo quasi alla fine della fase di progettazione.
È il momento di capire come prendere il tutto e renderlo BELLO. Proprio come il panorama spettacolare che cerchiamo sempre quando siamo in viaggio.
Si tratta di capire il codice visivo che vogliamo utilizzare: digitale, sperimentale, astratto… Una comunicazione integrata significa anche scegliere il look più adatto al messaggio che vogliamo trasmettere.
3- LA TECNOLOGIA È IL MEZZO
Bene.. Pronti a partire.. Chi mette la macchina?
È il momento di scegliere il mezzo più adatto al viaggio. Per noi è in realtà, il punto finale. Un aspetto tecnico che mira all’efficienza di tutta la proposta. Non esiste una tecnologia “più efficiente”, ma solo una tecnologia giusta per il messaggio che deve essere trasferito e la situazione in cui è inserito.
Una delle nostre installazioni più emozionanti è stata uno dei lavori più analogici e manuali che abbiamo progettato: delle strisce led controllate da un computer, che abbiamo posizionato con dei fili da pesca trasparenti e sostenuto con una piattaforma che abbiamo lavorato nel garage di famiglia di Nico.
Trattandosi di tecnologia, è un attimo che qualcosa non vada. La sicurezza dei mezzi che stiamo impiegando è una valutazione fondamentale: ci sono tecnologie meno affidabili di altre, o meno durevoli nel tempo. Se la nostra installazione/esperienza dura un giorno avrà dei settaggi e dei supporti tecnologici molto diversi da qualcosa che abbia la durata di un anno.
Insomma, se stai via un weekend parti in macchina, ma se devi stare via dei mesi, meglio un bel camper con pannello solare e doppio serbatoio dell’acqua. Così vai comodo e sicuro.
Destinazione: EXPERIENCE. Quindi ricapitolando…
1) Trova una storia e una tua narrazione su cui sviluppare l’idea creativa.
2) Comprendi il tuo pubblico e concentrati sull’esperienza delle persone invece che solo sullo stile e sul supporto tecnologico.
3) Considera la tecnologia come un mezzo e non come un fine.
Come avrete capito, questo è un argomento a cui noi teniamo tantissimo e abbiamo costruito questo ragionamento nel tempo, capendo che progettare un’esperienza è un processo tanto razionale quanto emozionale.
E per questo motivo, al primo posto, prima della tecnologia, prima del progetto, ci deve essere sempre la persona in quanto essere umano.
Perché è per le persone quello che facciamo.
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